Vini

TENUTA SAN GUIDO È IL RISULTATO DI UNA LUNGHISSIMA TRADIZIONE

Dal 1942 Mario Incisa lavora al suo progetto enologico, tra il divertimento e il gusto della sfida. Comincia così l’avventura del Sassicaia, un "semplice vago esperimento" come anni dopo il Marchese chiamerà la nascita del suo vino.
IL PROGETTO ENOLOGICO

A ciascun vino la sua personalità

Il progetto enologico di Tenuta San Guido muove dalla creazione del Sassicaia, frutto della saggezza di Mario Incisa, della visione di Nicolò e dalla storica collaborazione con l’enologo Giacomo Tachis. Nel corso degli anni successivi, primi anni 2000, nascono altre due etichette di vini rossi, Guidalberto (nel 2000) e Le Difese (nel 2002). Questi i tre vini di Tenuta San Guido.

A tutt’oggi il team enologico, coordinato da Carlo Paoli e composto da Alessio Bartolomei e da Matilde Gentili, continua a portare avanti il minuzioso lavoro di ricerca della massima qualità nella produzione e garantisce l’impronta stilistica che ha ispirato la creazione dei vini di Tenuta
San Guido.
Le Origini

UNA STRADA INEDITA PER L’ENOLOGIA ITALIANA

Il vino come esperimento e passione

L'esperimento di Mario trasformerà inaspettatemente il destino di Bolgheri, aprendo una nuova strada nell’enologia italiana. È Luigi Veronelli il primo ad accorgersi della grandezza e importanza di quel vino:
I Vini

SASSICAIA

IL VINO CHE VIENE DAI SASSI

Vino riservato alla famiglia e agli amici fino al 1967, apparve per la prima volta sul mercato nel 1971 con l’annata 1968. A tutt’oggi il team enologico si impegna a garantire l’impronta stilistica che ha ispirato la creazione di questo vino.
I Vini

GUIDALBERTO

Guidalberto della Gherardesca, un antenato da ricordare

Guidalberto nasce come omaggio all’antenato Guidalberto della Gherardesca, pioniere dell’agricoltura nel bolgherese che, nei primi decenni dell’Ottocento, costruì i primi opifici e chiese e progettò il Viale dei Cipressi..
I Vini

LE DIFESE

UN VINO VIVACE E SERIO

Le Difese, la cui prima vendemmia in commercio è quella del 2002, è l’ultimo arrivato a Tenuta San Guido. È un vino estremamente piacevole, morbido e versatile. Prende il nome dai denti del cinghiale, in oro nell’etichetta.
L'Olio

Olio extra vergine d’oliva

Un olio che racchiude lo spirito di Tenuta San Guido

La superficie olivicola dell’azienda è disposta in impianti promiscui, nel rispetto
dell’agricoltura di tipo tradizionale e caratteristica delle aziende toscane. Gli ulivi, di varietà
leccino, moraiolo, pendolino, frantoio, non sono piantati l'uno vicino all'altro in impianto
specializzato, ma disposti in filari, alternati da campi o vigneti. La Tenuta San Guido si
estende per 2.500 ettari, di cui 110 ad oliveto con circa 11.000 piante adulte. Di queste
circa 2000 hanno solo valore paesaggistico e di conservazione del suolo, essendo
presenti in terreni difficili da coltivare.
La Storia

TENUTA SAN GUIDO: UNA SUPERFICIE DI 2500 ETTARI DI CUI SOLO UNA MINIMA PARTE È IMPIANTATA A VITE

La contessa Clarice della Gherardesca porta in dote 2.500 ettari nella zona di Bolgheri, la Tenuta San Guido. Suo marito Mario Incisa intuisce subito che si tratta di uno dei più straordinari biotipi dell’Europa mediterranea e inizia a sperimentare alcuni vitigni francesi. Aveva infatti intuito una evidente somiglianza tra questi terreni di Bolgheri e la regione di Graves a Bordeaux, a lui molto familiare, per via di un suolo principalmente ghiaioso con presenza di argille, molto favorevole alla produzione di grandi rossi.
La Storia

Un’eredità da custodire e sulla quale investire


Nel 1944 decise dunque di impiantare il primo vigneto di cabernet sauvignon, poco più di un ettaro di superficie vitata ad un’altezza di circa 400 metri sul livello del mare, nella zona di Castiglioncello di Bolgheri. Siamo agli albori del Sassicaia.
Dal 1945 al 1967 il Sassicaia, toponimo di un lembo di terra all’interno della Tenuta San Guido, rimane un prodotto strettamente privato, riservato alla famiglia e agli amici stetti. La 1968 è la prima annata ad apparire sul mercato nel 1971.
La Storia

Il taglio bordolese

LA STRATEGICA ALLEANZA TRA GLI INCISA E GIACOMO TACHIS

La parentela degli Incisa con la famiglia Antinori, da parte dei Della Gherardesca, famiglia di provenienza di sua moglie Clarice, permette a Mario Incisa di entrare in contatto con il giovane enologo Giacomo Tachis. Insieme mettono a punto il primo rosso di taglio bordolese della storia di Bolgheri. Da quel momento il sodalizio continua per oltre 40 anni. Alla scomparsa di Tachis, avvenuta nel 2016, l’azienda continua a lavorare osservandone i precetti e le indicazioni.
Mario Incisa aveva fatto buoni studi, aveva relazioni, epistolari e diretti, con tutti i grandi nomi della viticoltura francese. La passione per l’enologia e l’enografia e il gusto raffinato, erano questi il suo biglietto da visita.
La Storia

L’ingresso in azienda di Nicolò Incisa della Rocchetta

LO SVILUPPO IMPRENDITORIALE

Siamo negli anni 60 quando il figlio minore, Nicolò, inizia ad affiancare Mario Incisa nella gestione della proprietà di famiglia. Nicolò Incisa e Giacomo Tachis sono quasi coetanei, hanno una visione comune dell’enologia e gusti simili in fatto di stile. Il sodalizio si rafforza e la produzione del vino, a partire dalla prima vendemmia in commercio (1968), si fa più strutturata e controllata. La passione del padre, con l’arrivo di Nicolò Incisa, diviene un mestiere. Inizia a sondare i mercati esteri, con lui la reputazione del Sassicaia si consolida, il vino si fa notare per la sua personalità eclettica: è fine ed elegante, determinato e complesso. Si impone per finezza e aderenza al terroir,è da subito un vino che racconta il territorio, nelle sue molteplici varianti, suggestioni, complessità.
Siamo agli albori di una azienda moderna che Nicolò Incisa, negli anni, saprà governare e consolidare, con lungimiranza e grande responsabilità.
La Storia

La lunga genesi del Sassicaia

DOPO OLTRE TRENTA ANNI DALLA PRIMA VENDEMMIA IMBOTTIGLIATA, SASSICAIA VIENE SCOPERTO ANCHE IN AMBITO INTERNAZIONALE

Nel 1978 la consacrazione internazionale: in una degustazione con campioni anonimi di vini a base cabernet, organizzata a Londra da Hugh Johnson per la rivista Decanter, il Sassicaia 1972, si aggiudica il primo posto tra 33 vini selezionati da tutto il mondo. Da allora, il Sassicaia colleziona importanti riconoscimenti: il 1985 ottiene 100/100 punti dal critico americano Robert Parker, il 2015 viene giudicato miglior vino del mondo del 2018 da Wine Spectator e nel 2016 e nel 2021 guadagna ancora una volta i 100/100 punti di Parker.
La Storia

Gli anni 90 e l’idea di Guidalberto

Dotato di un grande senso della misura, Nicolò Incisa aveva sempre detto “voglio essere produttore di un solo vino, il Sassicaia!” Ma verso la metà degli anni Novanta si ravvede.Dotato di un grande senso della misura, Nicolò Incisa aveva sempre detto “voglio essere produttore di un solo vino, il Sassicaia!”.
Ma verso la metà degli anni Novanta si ravvede. Agli inizi degli anni '90 infatti il Merlot divenne inaspettatamente protagonista nel panorama enologico bolgherese. Nicolò Incisa della Rocchetta, sempre attento alle nuove tendenze del mondo del vino, si avvalse dell'aiuto dell'enologo Giacomo Tachis per impiantare nuovi vigneti lungo il Viale dei Cipressi, tra l'Oratorio di San Guido e le colline. Queste parcelle vennero selezionate perché i loro terreni, ricchi di argilla e limo, erano particolarmente adatti alla coltivazione del Merlot. La prospettiva di un blend di Merlot e Cabernet Sauvignon si è rivelata una felice intuizione ed ha portato Tenuta San Guido a produrre la prima annata di Guidalberto con vendemmia 2000. Negli anni successivi la superficie vitata si espande ulteriormente, con appezzamenti impiantati a varie altitudini, su terreni diversi e con diverse esposizioni. L'età media dei vigneti dedicati alla produzione del Guidalberto è oggi di 18 anni. Il Merlot conferisce una morbida eleganza e vivaci note di frutta fresca che si integrano perfettamente con l'estro e la verticalità del Cabernet Sauvignon.

Con la vendemmia del 2002, arriva anche Le Difese, con una componente di Sangiovese che, insieme al Cabernet, rimarca il suo essere toscano senza perdere l’impronta delle uve di Cabernet, che rappresenta l’impronta genetica dei tre vini di Tenuta San Guido.
La Storia

L’affacciarsi di un nuovo orizzonte: la nascita del Guidalberto e de Le Difese

Il nuovo Millennio saluta l’esordio di un nuovo vino, il Guidalberto vendemmia 2000, un blend di Cabernet Sauvignon e Merlot.
Con la vendemmia del 2002, arriva anche Le Difese, il “benvenuto” che Tenuta San Guido riserva agli appassionati di tutto il mondo.
Il Territorio

La DOC Bolgheri Sassicaia

UN IMPORTANTE RICONOSCIMENTO E UNA GRANDE RESPONSABILITÀ

La nascita del Sassicaia ha confermato la vocazione del territorio alla produzione di vini di eccellenza.

L’area di origine del Sassicaia, con caratteristiche pedoclimatiche e storiche uniche, ha tracciato la via al lavoro di zonazione, che sta alla base della Doc Bolgheri. In questo contesto, Tenuta San Guido ha ottenuto un suo riconoscimento, inizialmente come sottozona e nel 2013 come denominazione autonoma Bolgheri Sassicaia DOC.

Il Sassicaia è il primo vino italiano di una specifica azienda che ha una denominazione d’origine appositamente riservata, situazione che trova eguali solo in Francia per pochissimi vini celeberrimi.
Il Territorio

I terreni

LA SUPERFICIE COLTIVATA A VIGNETO RAPPRESENTA SOLO IL 5% DELLA SUPERFICIE TOTALE DELL'INTERA TENUTA.

Le vigne di Cabernet-Sauvignon, Cabernet-Franc e Merlot sono organizzate in diverse parcelle e site in zone scelte per le particolari caratteristiche sia di esposizione che di composizione del terreno.
Nella microzona Sassicaia esistono due zone ben distinte: la prima, pedecollinare, in cui i vigneti si trovano ad un’altitudine di circa 80 metri slm e con origine nel Pleistocene medio inferiore. La seconda, collinare, con vigneti che si trovano tra i 250 e i 400 metri slm e sono originari del Cretaceo inferiore e dell’Eocene-Paleocene.
I vigneti in zone così diverse sono un importante fattore per la complessità dei vini, e consentono una selezione delle uve ottimale a seconda dell’andamento climatico che ne determina il grado di maturazione e l’acidità.
La forma di allevamento è il cordone speronato basso, piegato a circa 40 cm. La scelta di una piegatura bassa consente di poter contare su una maggiore superficie fogliare e una maggiore efficienza fotosintetica.
Il Territorio

Il microclima

L’ABBRACCIO DEL TEATRO BOLGHERESE DI COLLINE

Il clima è determinante per una corretta e sana maturazione delle uve. E’ influenzato dal mare e dalle colline retrostanti che lo proteggono dai venti freddi del Nord. Se il decorso stagionale favorisce un incremento di produzione, si procede al diradamento dei grappoli ma, come orientamento colturale, la produttività viene contenuta con la potatura secca e verde.
La buona esposizione ai raggi solari e la costante mite ventilazione marina creano un microclima sfavorevole allo sviluppo dei parassiti fungini. Trattandosi di aree circondate dal bosco, anche gli eventuali insetti parassiti della vite sono controllati da un’ampia gamma di predatori che consente di contenere l’intervento di insetticidi. Anche le concimazioni sono limitate ed equilibrate, non occorre arricchire i terreni grazie alla complessa alternanza dei suoli che compongono il patrimonio agronomico di Tenuta San Guido.
Il Metodo e le Persone

La cantina di San Guido

LA PORTA D’INGRESSO A BOLGHERI: UN EDIFICIO SOBRIO E FUNZIONALE

Per molto tempo Castiglioncello di Bolgheri è stato usato come cantina del Sassicaia. Questa era un’ottima soluzione finché i pochi vigneti erano impiantati in prossimità del castello. Allo sviluppo di nuove vigne in terreni dislocati nella tenuta, diviene però necessaria un’espansione della cantina.

Quest’ultima non può più trovarsi sul punto più alto dell’azienda, sia per un fatto di efficienza del lavoro e tempistiche razionali sia perché le vigne sono ormai dislocate. Viene dunque deciso, nella metà degli anni 70, di posizionare la cantina di produzione e affinamento del Sassicaia, all’imbocco del viale dei cipressi.
Il Metodo e le Persone

La barricaia

Seminascosta dalla vegetazione, per la sua estrema semplicità questa prima cantina è stata vista come l’espressione della filosofia aziendale, contraria ad ogni esibizione.

Nel 2007, accanto a questo edificio, viene costruita la nuova cantina di invecchiamento, consistente in due corpi bassi di mattoni collegati da una mezza torre in vetro e acciaio, che ha una funzione sia estetica sia funzionale.
Il Metodo e le Persone

Il mestiere del vignaiolo e il pensiero che lo guida

La lungimiranza del Marchese Mario Incisa non si ferma all’uvaggio, ma si estende anche alla vigna, con l'utilizzo di drastiche potature così da ottenere una resa bassa ma di qualità eccellente, e all’affinamento, con l'introduzione delle barriques secondo l'uso francese.
Mario Incisa negli anni ’40 getta basi solide che ancora osserviamo. Il suo lavoro è ispirato a Bordeaux, sulla scorta degli studi di agronomia fatti all’Università di Pisa negli anni ’20, dei suoi molti viaggi in Francia e dalla dottrina avuta dai mentori che ha incontrato lungo la sua strada. Il suo intuito e la sua lungimiranza, invece, sono un dono di natura.
Oggi Tenuta San Guido conta su una squadra tecnica coordinata da Carlo Paoli con il supporto di Nicola Politi, responsabile per la parte agronomica. Al loro fianco c’ è una squadra di tecnici animata da identica passione.  
Il Metodo e le Persone

La dottrina dell’ascolto

IN VIGNETO COSÌ COME IN CANTINA

L’approccio al vigneto è sempre misurato sulle esigenze del territorio. Nel caso di un vigneto più vecchio si possono ottenere grandi risultati in termini di qualità, risposte che i vigneti più giovani non sono in grado di dare. La gestione del vigneto richiede molto tempo e cura ed è influenzata dalla stagionalità che determina gli interventi: zappatura, eliminazione naturale degli infestanti, lavorazioni leggere che non vadano a nuocere alle radici superficiali, sostituzioni periodiche delle fallanze. Si ricorre a fungicidi per combattere oidio e peronospora solo se è assolutamente necessario. La raccolta è manuale e manualmente si eseguono i lavori. La gestione del vigneto e della campagna viene fatta secondo i concetti di sostenibilità, integrazione, conservazione, tutti elementi fondamentali per la nostra visione etica e presupposti importanti per far fronte in maniera responsabile, al cambiamento climatico.
Il Metodo e le Persone

La messa in pratica dell’esperienza

IN CANTINA COSÌ COME IN VIGNETO

Ancora oggi si seguono le linee guida impostate da Mario Incisa in base alla sua sensibilità.
Le macerazioni delle nostre uve di Cabernet-Sauvignon. Cabernet-Franc e Merlot sono variabili a seconda delle annate, ma brevi come consuetudine. Non usiamo lieviti artificiali per non alterare la personalità e la territorialità del vino. La nostra ricerca va in direzione dell’equilibrio più che della concentrazione. Piacevolezza, eleganza, freschezza, sinuosità dei tannini, equilibrio, longevità, territorialità: questi gli obiettivi che perseguiamo.
Anno dopo anno accresciamo il nostro sapere e ogni vendemmia è un’avventura nuova. L'esperienza non ha modificato le nostre idee ma contribuisce quotidianamente a migliorare le nostre azioni. La nostra aspirazione è produrre vini che siano l’espressione coerente del progetto enologico originario.