Immagine di Tenuta Sanguido

La DOC Bolgheri Sassicaia

Interamente compresa entro i confini di Tenuta San Guido, l’area di origine del Sassicaia presenta caratteristiche pedoclimatiche e storiche uniche, che hanno tracciato il percorso di zonazione alla base della denominazione.

Le origini storiche di una vocazione enologica

Benché la storia di Bolgheri sia antica e l’insediamento e la costruzione di un forte, sui cui resti poi sarebbe sorto il Castello, risalgano all’Alto Medioevo, il territorio in cui oggi crescono la maggior parte dei vigneti e delle aziende non si sviluppò per diversi secoli, fino a quando, alla fine del 1600, i Conti della Gherardesca non decisero di provare a dare un nuovo impulso all’area, iniziando tra le altre cose a piantare i primi vigneti pianeggianti nelle zone di San Guido e di Belvedere. 

Fu in particolare il conte Guido Alberto della Gherardesca, nella prima metà del 1800, a far emergere a Bolgheri una nuova cultura enologica, coadiuvato da esperti di vinificazione come Giuseppe Mazzanti. 
Nel 1816 sorsero i primi vigneti sperimentali alle Capanne di Castiglioncello, ove più tardi nacque la prima vigna del Sassicaia. 
Guido Alberto, fu nominato nel 1833 “maggiordomo maggiore e bottigliere di corte” per il granduca Leopoldo II. Grazie a questo incarico, che gli permise di studiare attentamente la viticoltura d’Oltralpe, le scelte viticole furono effettuate non solo in base al terroir ma soprattutto in base alla cultura vinicola francese con particolare attenzione ai metodi di vinificazione e ai vitigni usati in Francia: a conferma di questo le scelte effettuate dal conte Guidalberto e da Mazzanti furono proprio indirizzate sui vitigni francesi tra cui Gamay, Cabernet e Syrah. 
La distruzione dei vigneti a causa dell’attacco di fillossera degli inizi del ‘900 costrinse a ripensare all’assetto globale del vigneto ed al tipo di vitigno più idoneo per il territorio. 

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La visione pionieristica di Mario Incisa della Rocchetta

Dopo un periodo interlocutorio, tra le due guerre, in cui la viticoltura bolgherese fu fortemente influenzata dall’istituto della mezzadria e orientata a una produzione per l’autoconsumo, il Marchese Mario Incisa della Rocchetta si trasferì a Bolgheri, dopo aver sposato nel 1930 Clarice della Gherardesca e aver ricevuto in dote 2.500 ettari di terreno, l’odierna Tenuta San Guido. Intuì subito la potenzialità del territorio di Bolgheri per i vitigni francesi e, grazie alle prime marze avute dai Duchi Salviati di Migliarino, nei primi anni ’40 impiantò il primo vigneto di Cabernet Sauvignon nei terreni che dalla rocca di Castiglioncello di Bolgheri scendono in dolci colline fino al mare.

Dalla sperimentazione alla nascita del Sassicaia

La ricerca e la sperimentazione associate alla genesi del Sassicaia rappresentarono un gesto pionieristico che andò oltre la tradizione toscana dell’epoca, e gettò le basi della moderna viticoltura bolgherese. Il vino rimase a lungo un prodotto privato, riservato alla famiglia. 
Solo nel 1971 Sassicaia debuttò ufficialmente sul mercato, con la vendemmia 1968. Fu il primo passo di un percorso che, in pochi decenni, porterà Bolgheri tra i nomi di riferimento nel mondo dei grandi rossi.

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Il successo internazionale

La consacrazione ufficiale del vino “Sassicaia” avvenne nel 1978 quando la rivista Decanter pubblicò una degustazione comparata di cabernet del mondo ed il “Sassicaia” conquistò il primo posto. Successivamente, l’annata 1985 di Sassicaia competé, in una degustazione del Grand Jury Européen, con i Grands Crus di Bordeaux e ottenne il massimo riconoscimento, confermato anche dai 100 punti del critico americano Robert Parker. 
Da allora, la sua assoluta eccellenza è stata confermata da un grande numero di premi nazionali ed internazionali nei tasting periodici delle riviste di settore.

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La nascita della DOC Bolgheri Sassicaia

L’area di produzione del Sassicaia viene riconosciuta nel 1994 come sottozona della nascente DOC Bolgheri. Nel 2013 ottiene piena autonomia, divenendo una denominazione a sé stante: un unicum nel panorama enologico italiano. La DOC Bolgheri Sassicaia è infatti l’unica Denominazione d’Origine italiana riservata a un singolo vino, prodotto in una sola azienda, su una superficie vitata circoscritta. 
Un riconoscimento che sancisce l’eccezionalità del terroir.

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Un terroir con caratteristiche uniche

Seppure nel contesto del territorio alquanto omogeneo di Castagneto Carducci, la zona di produzione della DOC “Bolgheri Sassicaia” vanta aspetti pedo-climatici e caratteristiche morfologiche di buona parte dei terreni destinati a vigneto che li differenziano dal restante territorio di Bolgheri e che li rendono particolarmente vocati per la produzione delle uve Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc. Il Cabernet ha qui un rapporto tra lo sviluppo vegetativo e la produzione di uva per pianta ottimale; questo determina elevati accumuli zuccherini, buone degradazioni acidiche e riscontri sensoriali caratterizzati da un’elevata persistenza gusto-olfattiva con note evidenti di frutta rossa e di speziato. La elevata presenza di scheletro e la scarsa profondità dei suoli inducono un corretto e limitato sviluppo vegetativo con ottimi risultati qualitativi ed olfattivi.

Il rischio di stress idrico nel periodo estivo non è elevato grazie alla particolare tessitura dei terreni dove la componente argillosa è ben presente favorendo un buon rapporto vegeto-produttivo della coltivazione della vite. L’inerbimento a file alterne praticato in questa zona è reso possibile anche dall’uso di portainnesti di vigore non troppo limitato. In questa zona non vengono praticate cimature tardive ed eccessive sfogliature, consentendo un maggiore riparo delle uve. Queste caratteristiche, unite alle pratiche agronomiche praticate dall’azienda, conferiscono al vino le sue peculiari caratteristiche di eleganza e freschezza, oltre ad un profilo olfattivo che ricorda la macchia mediterranea che circonda interamente gli impianti viticoli di quest’area.

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La viticoltura e il disciplinare

I vigneti destinati al Sassicaia sono suddivisi in piccole parcelle, ognuna con diversa esposizione, altitudine e composizione del suolo. Il disciplinare di produzione è rigoroso: almeno l’80% del blend deve essere composto da Cabernet Sauvignon, con affinamento minimo di 18 mesi in barrique da 225 litri, resa massima di 7 tonnellate per ettaro e produzione media per ceppo non superiore ai 2 kg.
Le vigne storiche (tra cui Castiglioncello di Bolgheri, Aia Nuova, La Sughera, La Cerreta, San Martino, La Pineta, I Mandrioli, Il Frantoio, La Sassicaia di Sopra e la Sassicaia di Sotto) si trovano a un’altitudine compresa tra i 100 e i 360 metri s.l.m., su suoli ricchi di marna, gabbro e ciottoli, con presenza di calcare e argille. 
Le pratiche di selezione, in vigna e in cantina, mantengono uno stile produttivo che fonde rigore tecnico e rispetto assoluto per il territorio. Alla base di ogni scelta agronomica vi è la consapevolezza che la qualità nasce dalla vocazione del singolo appezzamento, non dall’estensione né dal volume. La cifra stilistica del Sassicaia è sempre riconoscibile e la sua qualità è il frutto di un’attenta selezione e di un accurato lavoro sia tra i filari che in cantina. Una sintesi perfetta tra rigore tecnico e spirito del luogo.

Un’identità consolidata nel tempo

La DOC Bolgheri Sassicaia, negli anni, ha rispettato e anzi rafforzato le premesse da cui è nata e ha saputo restituire al mondo non solo un vino con una cifra stilistica riconoscibile, ma anche un esempio di equilibrio, eleganza e aderenza al territorio di provenienza.

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